Rock e rossetto, divo perfetto - "La Repubblica", 29 gennaio 1999

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Janis_rm
view post Posted on 3/1/2013, 23:45




Rock e rossetto, divo perfetto



ROMA - Dice Jonathan Rhys Meyers che fa l' attore per tenersi lontano dalla strada e dalla prigione, sempre in agguato per un ragazzo cresciuto a Dublino, senza padre, il più grande di quattro fratelli. Poi spiega che al cinema è arrivato "perché è successo, anzi per sfida.
Da ragazzino mi chiesero di fare un provino. Lo feci e fui scartato. Scattò la voglia della rivincita e mi impegnai molto, era il modo migliore per uscire da me stesso, dalla vita di allora".

Jonathan Rhys Meyers è Brian Slade, la star del glam rock che nel film Velvet Goldmine di Todd Haynes, da oggi nelle nostre sale, conquista milioni di adolescenti inglesi, si lega in un ambiguo rapporto con Curt Wild (Ewan McGregor) e poi scivola nell' autodistruzione.

Rhys Meyers, 22 anni il prossimo luglio, biondo, vitale ed estroverso, è un ragazzino allegro, quando al termine dell' incontro con la stampa comincia a saltare per la sala tanto per sgranchirsi un po' , quando scherza su Jessica Lange, sua madre nel film Tito Andronico in lavorazione a Roma: "Non ho mai provato slanci così per una madre, neanche per la mia".

Poi parla del suo paese, della droga - che coinvolge alcuni dei suoi personaggi, da Trainspotting a B. Monkey - del futuro e di colpo le sue sono le riflessioni di un adulto, consapevole, malinconico.
"La droga non è la base di un problema, se mai è la soluzione, la ricerca della soluzione, il luogo dove si fugge dalle frustrazioni, dalla famiglia, dalle delusioni, dal silenzio, dal dolore. Se fosse possibile risolvere quei problemi, non ci sarebbe la tragedia della droga".

Del glam rock non sapeva nulla prima di Velvet Goldmine. "E ho voluto restare ignorante, abbandonarmi a un' atmosfera senza troppe spiegazioni. Ho capito che per i ragazzi di allora, i primi anni Settanta, era un modo fantastico di nascondersi per essere se stessi, liberi. Londra era come un gigantesco set, dove nessuno si scandalizzava se un uomo aveva il rossetto o i tacchi alti, o se baciava un altro uomo".
E del suo personaggio è contento "perché, a differenza di Curt, che è costruito, un' immagine inventata dai manager, Brian ha deciso lui stesso la sua trasformazione, l' abbigliamento, l' atteggiamento, è diventato quello che voleva essere. A me non potrebbe accadere di essere manipolato, ne sono sicuro. So quello che voglio e voglio mantenere il controllo totale delle mie scelte".
Lo dice con serietà, la stessa con cui parla dell' Irlanda, "devastata dalla droga, dall' eroina soprattutto. E non riesco a capire perché la gente è così infelice e annoiata, è una terra così bella, è bella la gente, intelligente, piena di humour.
I pensieri tristi mi vengono pensando al bambino che ha avuto mio fratello, mi chiedo che mondo si troverà a guardare quando sarà grande, se ci sarà ancora la bellezza".

Quanto al prossimo futuro, Rhys Meyers non ha nessuna idea.
"La lavorazione di Tito Andronico è durata così a lungo che ho dimenticato il resto, le altre cose che avrei dovuto fare. Però è un film che mi ha insegnato la pazienza.
E, lavorando con Anthony Hopkins, ho imparato molto sull' arte dell' attore, ho imparato che si può lavorare dando il massimo, ma non per primeggiare, bensì per restare in armonia con gli altri, per il bene di un film. è qualcosa che si impara con l' esperienza".

Inevitabile l' accenno a Leonardo Di Caprio, al quale lo hanno paragonato in tanti, New York Times compreso. "Non so cosa provi Leonardo Di Caprio ad essere Leonardo Di Caprio, a vedere ogni istante della sua vita spiato, svelato a mezzo mondo. Dev' essere un peso insopportabile, una star così osannata rischia di svanire al sorgere di un altro idolo. Ma Leo è anche un grande attore, se la caverà.
I confronti sono un bisogno dei media. Io non sono il nuovo Di Caprio, sono Jonathan Rhys Meyers, attore irlandese".
di MARIA PIA FUSCO
 
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kiokkio
view post Posted on 5/1/2013, 00:06




fantastico...non c'è intervista in cui non traspare la sua umiltà...però le sue parole hanno sempre in senso di malinconia, non oso immaginare che tempesta ha o ha avuto dentro di se...
 
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1 replies since 3/1/2013, 23:45   44 views
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